Quando si parla di riso, si pensa subito alle popolazioni orientali, grandi produttori e consumatori di questo cereale.
In realtà è bene ricordare che l‘Italia è il maggior produttore di riso in Europa, grazie alle sue vaste pianure e la ricca rete idrica. Le varietà di riso italiano sono moltissime (ben 351!) e dal 1857 sono conservate presso il Centro di Ricerche sul riso di Castello d’Agogna in Lombardia. Di tutte queste però ne vengono effettivamente coltivate solo una 20ina.
Le tipologie di riso che ci hanno reso famosi sono, ad esempio, il Vialone Nano, il Baldo, l’Arborio e il Carnaroli, nati nella prima metà del 1900 presso la Stazione Sperimentale di cerealicoltura di Vercelli.
Ma quale riso ci fa meglio?
E’ bene conoscere le differenze che ci sono tra riso raffinato e brillato, integrale, rosso, nero, parboiled, in modo da applicare una scelta informata a seconda delle nostre esigenze!
Il riso raffinato è quello sottoposto ad un trattamento di sbramatura, che toglie i rivestimenti esterni, e di sbiancatura che rimuove la parte grassa del seme per aumentarne i tempi di conservazione. Il risultato è un riso molto duraturo ma che, fondamentalmente ha solo amido e proteine. Quando è brillato, vuol dire che il chicco, dopo essere stato sbiancato viene anche trattato per aumentarne la brillantezza.
Il riso integrale è il chicco nella forma più vicina a quella che troviamo in natura, quindi ha un buon apporto di nutrienti e fibra.
Le tipologie di riso rosso e nero , grazie all’alto contenuto di flavonoidi, sono quelle con un un maggiore potere antiossidante ( esperimenti di laboratorio sembrano provare la capacità di queste sostanze di ridurre l’insorgenza di placche aterosclerotiche, abbassando i livelli di trigliceridi, colesterolo totale e LDL, e svolgendo un effetto anti-diabetico contrastando l’insulino resistenza)
Il riso parboiled è sempre un tipo di riso raffinato ma grazie al trattamento termico a cui è sottoposto, mantiene una quantità di nutritivi superiore a quella del riso brillato o bianco.
Per quanto riguarda gallette e i fiocchi di riso, essendo tutti prodotti in cui il chicco viene trattato e alterato industrialmente, possono aumentare l’indice glicemico, quindi non sono consigliati per un uso quotidiano ma una tantum.
Le tipologie di riso integrale, nero e rosso hanno 4 volte più fibra rispetto al riso raffinato e parboiled e sono poveri di amido. Questo riduce il loro indice glicemico e permette di mantenere la glicemia controllata.
Il potere del riso
Il riso ha molte proprietà, come il suo alto potere antinfiammatorio dato dalla ricchezza di polifenoli e un’elevata digeribilità dovuta al basso contenuto proteico e di grassi. Non è un caso se il riso è l’alimento che scegliamo quando stiamo male o durante la convalescenza (consigliato anche dalla Medicina Cinese)!
Il riso, al contrario della pasta, non fa parte della dieta quotidiana degli italiani, un po’ per il suo indice glicemico, un po’ per le tempistiche di preparazione più lunghe.
Ecco qualche consiglio per imparare ad utilizzarlo al meglio:
- Scegliete, se la preparazione che dovete fare lo permette, la tipologia integrale o semi integrale
- Accompagnatelo con una fonte di proteine, animale o vegetale, o di grassi (ad es. olio).
- Provate il metodo dell’autocottura del riso integrale: lavatelo, versatelo nella pentola e aggiungete acqua in proporzione 1:2 (1 tazza di riso : 2 tazze di acqua), accendete e coprite col coperchio. Quando l’acqua inizia a bollire, abbassate la fiamma e fate cuocere col coperchio per 5/7 minuti. Poi spegnete, avvolgete la pentola con una coperta e lasciate riposare per circa un’ora!
Provare per credere e…buon appetito!