Moxibustione e Memoria

La malattia di Alzheimer è una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale, caratterizzata da progressiva disfunzione cognitiva e deterioramento della memoria. L’aspettativa di vita di un malato di Alzheimer va dagli 8 ai 10 anni e attualmente nel mondo la percentuale di persone affette da questo disturbo sfiora i 50 milioni, e le stime parlano di 130 milioni entro il 2050, collocando questo disturbo nella rosa di quelli che avranno più peso e oneri sia per le famiglie che per la società. Attualmente non esistono farmaci che possano curare completamente le demenze e spesso molti pazienti si affidano a tecniche complementari, come agopuntura e moxibustione, per rallentare il processo di degenerazione.

Sebbene vi siano alcuni studi che hanno scoperto come agopuntura e moxibustione possano migliorare i sintomi dell’Alzheimer regolando il metabolismo energetico e la neuroinfiammazione, non sono stati approfonditi gli aspetti epigenetici.
Come sappiamo, a questa malattia possono contribuire sia fattori genetici che non genetici.
Dal punto di vista dell’epigenetica, la struttura chimica dell’RNA, similmente
al DNA e alle proteine, può modificarsi nelle cellule che controllano l’espressione genica. Tra queste modifiche dell’RNA, quella più prevalente è quella attuata dalla N6-metiladenosina (m6A). Molti studi hanno infatti dimostrato che m6A sottende a molte funzioni neurobiologiche nel sistema nervoso come la regolazione dell’apprendimento e la capacità della memoria, influenzando l’auto-rinnovamento e la differenziazione delle cellule staminali neurali, partecipando allo sviluppo cerebellare e alla crescita sinaptica.


Questo studio si propone di osservare se e quanto la moxibustione sia in grado di regolare la metilazione di m6A, migliorando così la capacità di apprendimento e di memoria (l’esperimento è stato svolto sui topi anziani).

LO STUDIO

I topi sono stati suddivisi casualmente in due gruppi, uno di controllo e uno trattato con la moxibustione. Le capacità di apprendimento e memoria sono state valutate con il metodo del labirinto acquatico di Morris. Sono state utilizzate immunofluorescenza e western blot per rilevare, nella corteccia e nell’ippocampo dei topi Aβ, Tau, Tau fosforilato (p-Tau) e le proteine ​​​​YTHDF1. E’ stato utilizzato il kit di analisi di quantificazione della metilazione dell’RNA m6A per valutare i livelli di m6A alterato.
I livelli di trascrizione dell’RNA di YTHDF1, METTL3 e FTO nell’ippocampo e nella corteccia sono stati misurati mediante q-PCR.

Risultati

Si è visto che l‘utilizzo della moxibustione ha ridotto il tempo che i topi impiegavano per fuggire dal labirinto, ha aumentato il numero di attraversamenti di piattaforme e la percentuale di tempo di nuoto. Ha inoltre ridotto i livelli di proteine ​​Aβ, Tau e p-Tau in entrambe le regioni ippocampali e corticali dei topi , la quantità totale di m6A nelle regioni dell’ippocampo e corticale erano significativamente ridotte dopo la moxibustione e sono aumentate l’espressione delle proteine YTHDF1 nella regione ippocampale e diminuite nella regione corticale.

In conclusione lo studio ha dimostrato che la moxibustione migliora le capacità di apprendimento e memoria, riducendo la deposizione di prodotti patologici proteici Aβ e Tau nei topi anziani.

Per articolo originale clicca qui

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...