Il ritmo circadiano è un sistema di cronometraggio corporeo che comprende un’ampia varietà di processi tra cui: cicli sonno-veglia, cicli alimentazione-digiuno e cicli attività-riposo. Questo ritmo coordina il comportamento e la fisiologia di tutti gli organi per garantire al corpo uno stato di omeostasi ed equilibrio.
L’interruzione momentanea del ritmo circadiano può portare a disagio transitorio, che diventerà una vera e propria disfunzione dell’organismo se l’irregolarità si protrarrà nel lungo periodo, aumentando il rischio di malattie e disturbi come
disturbi del sonno, malattie psichiatriche e neurodegenerative,
malattie cardiovascolari e soprattutto tumori.
Infatti sia l’evidenza epidemiologica che sperimentale hanno dimostrato il legame intrinseco tra ritmo circadiano disregolato e cancro. Da qui la necessità di comprendere i meccanismi molecolari dei ritmi circadiani per aprire nuove opzioni alla terapia oncologica, comprendendone il ruolo sia nella genesi tumorale che nella sua progressione.
Inoltre, nonostante si sappia che l’espressione genica, la divisione cellulare e la riparazione del DNA siano processi modulati dall’orologio biologico, non è ancora stato dimostrato se e in che misura i geni regolati dall’orologio fungano da soppressori tumorali.
Un ulteriore difficoltà è la presenza, in questi processi, di quello che viene chiamato “Effetto Giano”, ovvero un effetto a due facce dove l’interruzione del ritmo circadiano può provocare tumore, ma lo sviluppo stesso del tumore causa interruzioni e disfunzioni dell’orologio biologico, con privazione del sonno e insufficiente assunzione di cibo, influendo sulla funzionalità corporea.
In questa recensione, vengono descritti prima i regolatori generali dei ritmi circadiani e la loro influenza sul cancro. Vengono poi forniti approfondimenti sui meccanismi alla base di come diversi tipi di interruzione del ritmo circadiano (inclusi sonno-veglia, mangiare-digiuno e attività-riposo) possono guidare alla progressione del cancro, in modo da ampliare la nostra comprensione dello sviluppo del cancro dal punto di vista dell’orologio biologico. Inoltre, vengono riassunte le potenziali applicazioni della modulazione dei ritmi circadiani per il trattamento del cancro, che possono fornire una terapia opzionale per i malati oncologici.
Fatta la premessa che sarà necessario estendere la ricerca a coorti di studio più ampie, possiamo comunque dire che, dal momento che i ritmi circadiani partecipano a diversi percorsi biologici del nostro corpo, la loro manipolazione e conoscenza può svilupparsi in terapie alternative benefiche non solo nel caso del cancro, ma anche in altre gravi malattie.
I significativi progressi in quest’area, che è stata insignita del Premio Nobel 2017 per Fisiologia o Medicina assegnata congiuntamente a Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, portano a pensare che vi potrà essere, in futuro, una svolta decisiva al potenziale clinico che si occupa di queste malattie.
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