Vita sana contro la demenza?

Prevenire la demenza di Alzheimer attraverso modifiche dello stile di vita ha guadagnato una notevole attenzione negli ultimi anni a causa dell’evidenza crescente che certe abitudini aiutino a rallentare il declino cognitivo e ridurre potenzialmente il rischio di demenza.

Tuttavia, oltre ad attenuare il rischio di demenza, la modifica di alcune abitudini è anche associata a una maggiore aspettativa di vita che potrebbe tradursi nel risultato che più persone raggiungeranno l’età avanzata. Poichè il rischio di demenza aumenta in modo esponenziale con l’aumentare dell’età si è reso necessario capire se, modificare gli stili di vita abbia un impatto positivo sia sulla longevità che sul ritardare il rischio di deterioramento cognitivo e demenza di Alzheimer.

E’ stata quindi condotta un’analisi della tabella di vita multistato utilizzando i dati di una coorte di popolazione di anziani che vivono nella parte sud di Chicago, Illinois, Stati Uniti per determinare l’impatto dei fattori dello stile di vita sull’aspettativa di vita vissuta con e senza demenza di Alzheimer per donne e uomini .

Lo studio è stato condotto nell’ambito del Chicago Health and Aging Project (CHAP), uno studio prospettico di coorte basato sulla popolazione progettato per valutare i fattori di rischio della demenza di Alzheimer nella popolazione generale.

In breve, nel 1993 tutti i residenti di età pari o superiore a 65 anni provenienti da una comunità geograficamente definita nella parte sud di Chicago hanno ricevuto l’ invito a parteciparvi e 6157 utenti (il 78,7% di tutte le persone idonee stabilite da censimento della comunità) sono stati iscritti. A partire dal 2000, lo studio è stato esteso con successive coorti di residenti (n=4645) nel bacino di utenza dello studio. Dal 1993 al 2012 sono state incluse in totale 10 802 persone. Oltre all’età minima di 65 anni e all’essere residente in comunità di ricerca geograficamente definite, non sono stati applicati altri criteri di ammissibilità per la partecipazione allo studio.

Il punteggio relativo allo stile di vita sano è stato sviluppato sulla base delle informazioni relative a cinque fattori modificabili relativi allo stile di vita: dieta, attività cognitive (questionario su sette attività cognitivamente stimolanti tra cui la lettura, la visita a un museo e il gioco di carte, dama, cruciverba o puzzle), attività fisica (sei attività moderate o intense, tra cui camminare per fare esercizio, giardinaggio o lavori in giardino, ginnastica ritmica o esercizio generale, bicicletta equitazione e nuoto), fumo e consumo di alcol.

I risultati sono stati piuttosto rilevanti.

Infatti, le donne di 65 anni con quattro o cinque fattori sani avevano un’aspettativa di vita di 24,2 anni e vivevano 3,1 anni in più rispetto alle donne di 65 anni con zero o un fattore sano. Inoltre quelle con quattro o cinque fattori sani hanno trascorso il 10,8% dei loro anni rimanenti con la demenza di Alzheimer, mentre le donne con zero o un fattore sano hanno trascorso il 19,3% con la malattia. L’aspettativa di vita per le donne di 65 anni senza demenza di Alzheimer e quattro o cinque fattori sani era di 21,5 anni , e per quelle con zero o un fattore sano era di 17 anni.

Per quanto riguarda gli uomini, quelli di 65 anni con quattro o cinque fattori sani avevano un’aspettativa di vita totale di 23,1 anni ovvero 5,7 anni in più rispetto agli uomini di 65 anni con zero o un fattore sano. Inoltre i primi hanno trascorso il 6,1% dei loro anni rimanenti con la demenza di Alzheimer, e quelli con zero o un fattore sano hanno trascorso il 12,0% con la malattia.

L’aspettativa di vita per gli uomini di 65 anni senza demenza di Alzheimer e quattro o cinque fattori sani era di 21,7 anni, e per quelli con zero o un fattore sano l’aspettativa di vita era di 15,3 anni.

In conclusione, lo studio afferma che uno stile di vita sano è stato associato a un’aspettativa di vita più lunga tra uomini e donne, i quali hanno vissuto una percentuale maggiore dei loro anni rimanenti senza la demenza di Alzheimer.

Le stime sull’aspettativa di vita potrebbero aiutare gli operatori sanitari, i responsabili politici e le parti interessate a pianificare i futuri servizi sanitari, i costi e le esigenze.

Per lo studio completo clicca qui

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