Quando la necessità riporta alla tradizione…

Un’interessante articolo apparso sul National Geographic, ci descrive un fenomeno particolare, scatenato sia dalla carenza di farmaci che dalla pandemia: il ritorno alla medicina tradizionale.

A Cuba infatti, nel mezzo della carenza di farmaci da prescrizione la popolazione si rivolge sempre di più ai rimedi naturali, tanto che i rimedi erboristici e altri trattamenti alternativi sono diventati sempre più importanti.

Cuba ha una lunga storia popolare nell’uso di piante medicinali sia nelle cerimonie religiose afro-cubane che per il trattamento di disturbi comuni. Oggi, la carenza di medicinali, specialmente durante la pandemia di COVID-19, ha fatto sì che vi sia stata una ripresa dell’uso sia di farmaci a base vegetale che di trattamenti alternativi come l’agopuntura, la coppettazione e i massaggi terapeutici.

Cuba: la situazione economica


L’economia cubana è malata da decenni, aggravata dalla cattiva gestione, dalle sanzioni di lunga data degli Stati Uniti, dal crollo dell’Unione Sovietica e dal commercio limitato con nazioni amiche, incluso il Venezuela, che ha subito una propria crisi economica.

Le restrizioni statunitensi, inaspritesi durante l’amministrazione Trump, hanno ridotto i viaggi sull’isola e conseguentemente la quantità di denaro e pacchi che potevano essere inviati dalla terraferma, entrambi fonte di medicinali. Senza contare che la pandemia ha bloccato la fonte vitale di entrate dell’isola: il turismo.

C’è carenza di tutto“, afferma Richard Feinberg, studioso di Cuba di lunga data e professore emerito all’Università della California, a San Diego. “Cuba non ha la valuta estera per importare medicinali o molte altre cose“.

Medicina tradizionale


Alcuni cubani coltivano le proprie erbe medicinali in campagna o su piccoli appezzamenti urbani. Altri consultano curanderos locali o acquistano farmaci a base di erbe venduti dalle farmacie governative o da imprenditori privati.

Jesús Villalonga, 77 anni, è un curandero, un guaritore tradizionale che ogni mattina si dirige verso i boschi vicino alla sua casa nella provincia cubana di Matanzas, a est dell’Avana, per raccogliere piante medicinali. Verso mezzogiorno, torna a casa sua nel quartiere di Naranjal per consultazioni quotidiane con i vicini. I loro disturbi determinano quali piante andrà a cercare il giorno successivo.

Villalonga ha iniziato a usare rimedi naturali all’età di 14 anni e dice che ha imparato da solo ad usare le erbe. Cura chiunque ne abbia bisogno, fornendo trattamenti alternativi durante la pandemia. Chiama il suo talento un dono di Dio e non fa mai pagare per i suoi servizi: a volte i pazienti soddisfatti lasciano piccoli regali come sigarette o qualsiasi altra cosa che sono riusciti a risparmiare.

Per Villalonga, il problema principale che ha notato durante lo scorrere della pandemia è lo stress: “Colpisce tutti, dai bambini agli anziani. E lo stress tende ad esacerbare il virus dell’herpes zoster” il famoso virus della varicella che può rimanere latente nel corpo per anni fino a che qualcosa lo fa riattivare. Vi sono varie teorie sul perchè accada, ma pare che le persone con un sistema immunitario compromesso siano più suscettibili alla dolorosa eruzione cutanea chiamata fuoco di Sant’Antonio.

Tra le piante curative che Villalonga usa maggiormente ci sono la salvia, per le persone con problemi respiratori, il cedro per i disturbi polmonari, la radice rossa (Sanguinaria) per purificare il corpo, l’eliotropio selvatico per i calcoli renali e il lime e la camomilla per i disturbi di stomaco.


​ Il mainstreaming della medicina verde a Cuba


L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha notato, in un rapporto del 2019 sulla “Medicina tradizionale e complementare”, che Cuba ha un piano sanitario nazionale per l’integrazione della medicina naturale e tradizionale nel suo sistema di erogazione dei servizi sanitari dal 1995 e ha anche un ufficio nazionale di ricerca all’Avana per studiare medicinali.
Cuba iniziò a incoraggiare l’uso delle piante medicinali e della medicina alternativa durante la crisi economica nota come Periodo Speciale, in seguito al crollo dell’Unione Sovietica e alla perdita dei suoi generosi sussidi. Il governo ha continuato a sostenere le alternative verdi, producendo medicinali a base vegetale in laboratori speciali e distribuendo medicinali naturali attraverso la sua rete di farmacie.
Nella provincia di Las Tunas, ad esempio, gli agricoltori coltivano platani, passiflora, menta, guava, limoni, origano e altre erbe per fornire a cinque laboratori oltre 35.000 chili di materiale vegetale all’anno che vengono trasformati in estratti, sciroppi, gocce, creme e tinture.

Questi prodotti si trovano molto più facilmente dei farmaci da prescrizione, anche nelle farmacie statali.

In uno spazio aperto lasciato da un edificio crollato all’Avana Vecchia, Julio Bienvenido Cisneiro, 68 anni, è autorizzato dal governo a coltivare e vendere piante medicinali. Paga una tassa statale per utilizzare lo spazio aperto dove gestisce la sua attività da maggio 2010. Coltiva alcune delle piante medicinali che vende e acquista altre erbe da fornitori che provengono dalla campagna.

Bienvenido afferma che gli affari sono aumentati durante la pandemia. Alcuni clienti acquistano erbe per preparare tè, unguenti e altri preparati per rafforzare il loro sistema immunitario. Tra questi ce n’è uno che chiama il Titano, una bevanda che combina sette piante medicinali: aloe vera, foglie di guanabana, chaya, moringa, foglie di avocado, senna alata e foglie d’albero delle zucche (Crescentia cujete). Il Titano, dice, purifica il corpo.

Inoltre, i medici con licenza statale offrono regolarmente ai pazienti trattamenti alternativi e i medici di famiglia e gli infermieri assegnati a quartieri specifici sono incoraggiati a piantare orti vicino ai loro uffici.
Quando Maura Pérez Recio, 53 anni, studiava medicina dal 1986 al 1992, le medicine naturali e le cure alternative non facevano parte del curriculum. Ora, Pérez, che lavora presso l’Istituto Nazionale di Endocrinologia di Cuba, all’Avana, è accreditata per i trattamenti di agopuntura e fitoterapia e li include come parte del suo arsenale terapeutico. Dice che, durante la pandemia, dice, una campagna nazionale ha promosso l’uso di PrevengHo-Vir, un medicinale omeopatico pensato per rafforzare il sistema immunitario, e i medici cubani hanno prescritto piante, come la curcuma, che hanno proprietà antivirali e stimolano il sistema immunitario .


Le pratiche mediche alternative sono “un modo per tornare alla natura“, afferma Pérez, “soprattutto considerando che le persone hanno l’idea che i trattamenti a base vegetale causino meno reazioni avverse rispetto ai farmaci chimici“.

Tratto da ” Cubans turn to natural remedies in midst of prescription drugs shortage” -National Geographic – 6 gennaio 2022

Per articolo originale clicca qui

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