La musica per sopravvivere alla pandemia…

Flavia Del Giudice

Tra vari articoli che mi è capitato di leggere durante questo anno di grandi cambiamenti sociali, mi ha colpita uno in particolare. Un po’ perchè riguarda la musica, argomento che trovo molto interessante, un po’ perchè ha descritto sensazioni condivise. Ne riporto alcune parti che mi hanno spinta ad una riflessione più profonda sullo stato di salute di ognuno di noi…

La musica classica mi sta facendo sopravvivere in questi tempi di Covid

Anche se potrebbe essere una leggera esagerazione dire che la musica classica mi mantiene pienamente funzionale in questo periodo […] sicuramente gioca un ruolo vitale nel mantenere la mia piccola barca a galla.

Non sono totalmente digiuno di musica classica e direi che è stata parte della colonna sonora della mia vita. Mio padre amava la musica classica e la ascoltava costantemente. Papà amava l’opera, in particolare le opere di Richard Wagner, che potrebbero essere considerate il death metal del mondo classico. Ho passato la mia adolescenza a essere bombardato dal Ciclo dell’Anello, con Wotan, Siegfried e Brunnhilde, interpretati giorno e notte. La mia reazione fu di ritirarmi nella mia stanza e controbattere con Black Sabbath e Led Zeppelin […]

Ma ho sempre apprezzato un pizzico di Bach e, di tanto in tanto, un pezzo di Mozart o Sibelius. Ma era un genere più ai margini dei miei gusti musicali fino all’arrivo del COVID-19.

All’inizio, come tutti noi nel “periodo lockdown”, ero sicuro che i cambiamenti nella mia routine sarebbero durati solo poche settimane. Perciò, come molti di voi, ho iniziato a fare il pane a lievitazione naturale e ho visto Tiger King su Netflix. Ma la situazione non è terminata in poche settimane o mesi. Ad oggi, non c’è fine in vista, e il nostro stile di vita si è totalmente modificato. Cose come la facilità di avere amici a casa, incontrare qualcuno per un caffè o uscire a cena e al cinema, a teatro o a un concerto sono diventate difficili […]

È stato durante questo periodo estremamente stressante, quando lavoravo senza sosta, che ho notato che non potevo più ascoltare il flusso costante di cattive notizie. Dalla televisione, alla radio, ai feed online, era una raffica di sciagure. Mi sono reso conto che non potevo continuare ad ascoltarle: era semplicemente più di quanto potessi sopportare.

È stato allora che sono tornato alla musica classica. Ho iniziato ad ascoltarla sul telefono, ho scaricato vari album e ho trovato una stazione radio che la trasmetteva. Non solo ho scoperto che agiva come antidoto lenitivo allo stress e alla negatività della pandemia ma anche che mi coinvolgeva e l’ho ascoltata per davvero… forse per la prima volta.

Avete mai sentito la nona sinfonia di Beethoven? È straordinaria e se si ascolta l’ultimo movimento, insieme al coro, ai solisti e all’orchestra al completo, si sente suonare un triangolo. Riflettete un secondo: Beethoven ha scritto la 9a Sinfonia quando era completamente sordo, ha scritto tutte le parti corali e soliste e le parti per l’orchestra. Eppure nella sua testa, pensava: “non è completo senza il suono di un triangolo”. Questo enorme lavoro ha bisogno di quel minuscolo tintinnio di un triangolo per essere pienamente realizzato! È incredibile sentirlo e pensare al suo processo creativo[…] Ed è questo che mi ha catturato, gli strati e la complessità della musica classica. È la straordinaria combinazione di strumenti disparati messi insieme per raccontarci una storia in musica. Ogni compositore è così diverso, ognuno ha la propria firma, sia il vecchio che il nuovo, ci portano musica che coinvolge mente e cuore.

E nel caos della perdita che tutti stiamo sperimentando, ho trovato un posto dove stare che effettivamente mi aiuta a radicarmi e prosperare in un ambiente stimolante. La musica classica mi circonda, tutto il giorno e prima di dormire. Non importa la notizia dell’ultima catastrofe, questa musica mi aiuta a superarla così non sono mai sopraffatto dal dolore o dall’ansia […]

La riflessione che scaturisce naturalmente da questa testimonianza è strettamente legata all’importanza che la musica, classica e non, sembra avere per l’essere umano e il suo benessere. Per permettergli di mantenersi calmo e affrontare i problemi con una carica di energia diversa.

E non è solo una questione soggettiva…la scienza ci sta lavorando da un po’.

Un esempio è il caso di una ricerca condotta in alcuni ospedali pediatrici del Kansas. Questa ha dimostrato che il fare, ascoltare e rilassarsi con la musica possono diminuire l’ansia e aumentare il relax.

Lo studio di musicoterapia ha esaminato gli effetti di tre interventi diversi : coinvolgimento musicale attivo, musica dal vivo selezionata dal paziente e rilassamento con musica sui livelli di ansia e rilassamento nei giovani (età 10-18 anni) che stavano facendo un percorso ospedaliero intensivo di 40 ore settimanali per il trattamento del dolore cronico.

I risultati sono stati estremamente rilevanti, in quanto ci sono stati miglioramenti statisticamente significativi in tutti gli interventi forniti, suggerendo che i servizi di musicoterapia (che implichino sia impegno musicale attivo, che passivo e rilassamento musicale assistito) possono essere una modalità efficace per diminuire l’ansia e aumentare i livelli di calma nei pazienti pediatrici con sindromi dolorose.

Quanto si può fare quindi per la nostra salute anche solo mettendo su il disco giusto per noi?

Quanto la musica può aiutare la nostra ricerca di tranquillità interiore quando il mondo fuori è nel caos?

Si potrebbe controbattere che non è questa la soluzione ai problemi sociali. Ma, viene da dire, non è forse vero che persone più calme e consapevoli di sè stesse hanno maggiori possibilità di fare scelte razionali e ponderate? Al contrario di quelle spaventate che l’istinto porta a ragionare solo all’interno del binomio “attacco-fuga”?

In conclusione, la riflessione mi porta a pensare che di questi tempi…sarebbe meglio ascoltare meno news e più musica!

Illustrazione by Mary Kirkpatrick

Per leggere l’articolo originale clicca qui Classical music gets me through these COVID times

Per leggere lo studio di musicoterapia clicca qui

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