Omeopatia e Coronavirus…precisazioni

La volta scorsa nel comunicarvi i suggerimenti emersi dalla comunità di omeopati a livello internazionale non era mia intenzione suggerirli come protocollo preventivo per tutti, ma solo informarvi di questa modalità in modo, speravo, più completo.
Così non è stato per cui cercherò di rimediare integrando alcuni altri dati.

Di fronte ad una epidemia la medicina omeopatica in genere ha “due approcci”:

  • Il primo è quello classico di sempre: raccogliere la totalità dei sintomi del paziente e su questi selezionare il suo rimedio.
  • Il secondo è apparentemente più “semplificato”: infatti durante le epidemie spesso una grossa componente dei sintomi che presentano i pazienti è molto simile, per questo si parla in questi casi di similitudine con la malattia e si arriva a selezionare un numero ridotto di rimedi o addirittura anche uno solo.

Di questo secondo caso, ci sono molti esempi nella storia dell’omeopatia, da quello iniziale, dove lo stesso Hahnemann ha usato Belladonna in una epidemia di scarlattina, all’uso di Camphora durante le epidemie di colera, ecc.
E allora?
Allora ricordiamo sempre che per l’omeopatia il “terreno” è il fattore più importante dell’agente patogeno (anche se per questo non significa che dobbiamo esporci in modo stupido) e quindi se uno già sta seguendo delle cure omeopatiche personali, a mio avviso si sta già curando e facendo prevenzione personale forse ancora più specifica e forte di quella generica dei rimedi proposti.

 

Dott.ssa Speronello Maria Rosa

Direttrice sanitaria Poliambulatorio Prosa

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